La ciambella romagnola

La ciambella, è un dolce tradizionale e semplice di origine contadina, caratteristico della Regione Romagna. Si consuma alla fine di un pranzo di festa, nelle merende, nelle colazioni, nelle sagre ed è indicato per tutte le feste dell’anno. Si accompagna col vino nuovo, la cagnina, il sangiovese, l’albana. Della ciambella, esistono tante versioni. Nelle province di Romagna, la ciambella assume forme e caratteristiche diverse. Ogni famiglia, e cuoco, applica diverse variazioni al contenuto dei semplici ingredienti tradizionali.  

Nell’impastatura, può essere usato il vino bianco in sostituzione del latte. La ciambella, si può guarnire con granelli di zucchero, mandorle, canditi… Prima di guarnire la ciambella, la parte superiore è pennellata con un uovo sbattuto che serve a trattenere in superficie la decorazione.

La forma, può essere quella di “filoncino”, oppure rotonda col buco, o nella placca intera.

Pellegrino Artusi, il noto gastronomo romagnolo di Forlimpopoli, nel suo famoso ricettario “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, indica due versioni della ciambella, di cui un tipo fatto con il lievito del pane. La ricetta casalinga di Artusi, la n. 607 del suo libro, prevede: 500 grammi di farina, 180 grammi di zucchero, 90 di burro, 2 uova, la buccia di limone o anici o pezzettini di cedro candito, 15 grammi di cremor di tartaro, 5 grammi di bicarbonato di sodio, latte quanto basta.

Sul tagliere, fare un buco nella farina, unire il burro sciolto, le uova leggermente sbattute, lo zucchero e mescolare con un po’ di latte, si aggiunge il lievito e gli aromi, formare una pasta solida.

Si fanno due ciambelle nelle teglie col buco. La cottura è di circa venti minuti a calore moderato, in base al formato e allo spessore della ciambella.

Questa invece è una ricetta dei giorni nostri, più moderna di Luca Santini, un cuoco di Cervia.

Sul tagliere, impastare un chilo di farina e 500 grammi di zucchero, duecento cinquanta di burro, cinque uova, cento grammi di latte, grattugiare la buccia di due limoni o arance, 2 bustine di lievito, un mezzo cucchiaino di sale; poi si stende la pasta ottenuta in due “filoncini” con il sacco decoratore, sui lati più lunghi di una placca da forno e si mettono a cuocere, a calore moderato.

Nell’immagine, il Porto Canale di Cervia.

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