Olocausto delle imprese

Nel mondo del lavoro, in Italia, si è sempre difeso il solo lavoratore dipendente, considerato più debole, rispetto ad altri tipi di lavoratori; lo stato, non ha mai protetto il lavoro di altre categorie sociali, e specialmente di chi crea occupazione, come accade negli altri paesi. C’è stata la difesa del lavoratore, ma non di chi da lavoro ed è accaduto che i lavoratori dipendenti, con la protezione di stato e sindacati, hanno distrutto quello autonomo.

L’articolo 4 della Costituzione italiana, afferma che «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società»

Negli ultimi venti anni, all’interno delle istituzioni italiane, il personale di alcuni enti esegue abusivamente atti criminali in certi settori del lavoro e contro l’interesse dello stato: l’ambiente sociale delle imprese

Le parti danneggiate, le imprese che sono costrette a chiudere a causa dei danni causati da burocrati, si devono costituire parte civile nei confronti dello stato italiano che distrugge il lavoro delle imprese e dei loro lavoratori dipendenti. Gli stessi lavoratori, licenziati a causa delle estorsioni dei burocrati, si devono unire alle aziende in una causa contro lo stato. Ogni forma di lavoro, è tutelata dalla Costituzione e bisogna far valere il diritto di difesa. Le vittime del lavoro, condotte al suicidio, devono chiedere giustizia. In questo caso, il lavoro dipendente, è correlato a quello autonomo e si trovano dalla stessa parte del lavoro privato.

Ai nostri giorni, nel settore privato, non c’è nessuna tutela del lavoro; in Italia, è impedita ogni forma d’attività e iniziativa, costringendo le aziende che danno lavoro ad emigrare o a chiudere a causa di estorsioni, del fisco, che chiede più soldi rispetto a quello che effettivamente loro dovrebbero pagare e le imprese non riescono più a funzionare correttamente. Lo stato ha ingenti costi del personale statale e deve salvare le pensioni d’oro dei dipendenti pubblici, e fa pagare il conto a chi è occupato nel settore privato.  Allo scopo di salvare il settore pubblico, in Italia, i burocrati, distruggono il lavoro autonomo e quello d’azienda, con la complicità delle associazioni di categoria che fanno finta di non vedere e questi, sono veri e propri crimini contro la Costituzione e i cittadini; nelle istituzioni ci sono tanti soggetti criminali che fanno l’interesse privato, della loro categoria, invece di fare l’interesse comune di tutti nel rispetto delle leggi.

Le imprese e i lavoratori autonomi, sono sempre state considerate mucche da mungere da politici e burocrati d’ogni tipo. Negli ultimi venti anni, in Italia, diversi soggetti politici delle istituzioni, hanno fatto la guerra alle imprese, con una vera e propria persecuzione comparabile solo a quella degli ebrei ai tempi di Hitler. Oggi, il nuovo olocausto, è quello delle imprese italiane; fabbriche d’ogni tipo, devono emigrare in altri paesi, perché in Italia, non le fanno lavorare, a causa di eccessive interferenze, di tasse assurde e burocrazia. I lavoratori autonomi, sono stati maltrattati, e le loro associazioni di categoria, non li hanno difesi.

Gli imprenditori si uccidono a causa di estorsioni e persecuzioni dei burocrati parassiti e per lo strozzinaggio bancario. Questa situazione, può essere capita soltanto da chi l’ha vissuta e sperimentata. Gli assassini, sono i burocrati dello stato e i dipendenti delle banche. Da soggetti “sfruttatori”, col tempo, nei secoli, gli imprenditori, sono diventati soggetti sfruttati.  In Italia, la guerra civile, non si è mai interrotta e le categorie sociali sono sempre state in guerra fra loro. I parassiti, e i fannulloni, rubano i soldi a chi produce.

Le imprese private, mantengono anche gli impiegati di tutti gli enti locali superflui, che esistono in Italia: regioni, province, comuni, città metropolitane, comunità montane…

In passato, lo stato, è stato occupato da politici socialisti e comunisti, democristiani. Nel tempo hanno cambiato nome, e loro hanno fatto leggi per tutelare solo gli interessi di quelli che pagavano tangenti. I politici, non rispettano le leggi dello stato, e si servono dello stato per imporre le leggi di chi paga e corrompe.

I vecchi uomini politici della “prima repubblica” si sono nascosti in altri movimenti politici, ma hanno continuato a creare danni al paese e alle aziende con leggi oppressive. Si rubano soldi alle imprese con l’inganno e, queste, non sono più in grado di lavorare correttamente, e sono penalizzate da ogni tipo di vessazione. Ricordiamo poi che il sistema comunista e socialista sono basati sul furto legalizzato e deruba anche i cittadini normali. Le aziende, sono sfruttate anche dalle cosiddette associazioni di categoria, altri parassiti che non fanno nulla per salvare le imprese industriali, commerciali, artigiane.

Con la scusa dell’evasione fiscale, sono riusciti a renderli schiavi. La libera iniziativa è stata oppressa dalla logica comunista che ha la pretesa di vessare e derubare continuamente le imprese, per salvare le poltrone di pubblici burocrati, che non si vogliono licenziare o diminuire lo stipendio, per ridurre la spesa pubblica. Le ditte, chiudono l’attività o emigrano per i furti dei funzionari statali che hanno distrutto il settore produttivo privato per salvare il ceto parassita. Si licenziano i dipendenti nel settore privato, e non in quello pubblico, per quale motivo?

I politici e i burocrati non conoscono la realtà degli imprenditori e i giornali e la televisione comunicano notizie false; solo chi ha visto e sperimentato, personalmente, può capire i problemi e i disagi causati alle aziende. Le leggi per le imprese, devono scriverle solo i titolari d’impresa, che hanno tante responsabilità, ma non sono più padroni di nulla e oggi, hanno tanti padroni che gli fanno i conti in tasca. Sono stati sottomessi da parassiti e irresponsabili che non conoscono i loro problemi e li fanno fallire.

Non è facile capire se questa situazione è stata creata di proposito, per sfruttare la gente, allo scopo di creare un nuovo comunismo mondiale che qualcuno ha definito “mondialismo”, o “globalizzazione”. Il problema, non è di facile soluzione. In Italia, esistono delle tassazioni folli dovute anche a diversi livelli del decentramento amministrativo: stato, regione, provincia, comune. Ogni ente, ha necessità di denaro per il suo funzionamento.

Molti burocrati di scuola comunista e socialista, pensano che le imprese, oltre ai propri dipendenti, e quelli dello stato, devono mantenere anche i dipendenti pubblici degli enti locali. Inventano sempre tasse a carico delle imprese per finanziare, oltre ai dipendenti statali, anche quelli di Regioni, Comuni, province, e creano l’IRAP e l’IMU o altre tasse dai nomi oscuri, nel momento in cui andrebbero cancellate le imposte sulle imprese e sul lavoro. Così tartassata, l’azienda non può avere la funzione di creare lavoro.

Abusivamente, qualcuno pensa anche di fare leggi per impedire l’emigrazione o la delocalizzazione delle imprese.

In questo caso, è lo stato che deve finanziare gli insediamenti industriali per favorire l’occupazione, e non si può impedire ad imprese private di andare a collocarsi in altri paesi, perché in Italia gli è stato impedito di lavorare per tanti motivi che si fa finta di non vedere, o che non si conoscono o perché sono degli asini quelli che devono capire. Voler impedire alle imprese di emigrare, perché non possono lavorare correttamente, è un altro crimine. Lo stato deve impedire alle aziende di espatriare, solo se i capitali sono statali.

In Italia si combinano tanti pastrocchi, e nessuno è mai responsabile. Essi possono rubare e recare tutti i danni immaginabili, che si scaricano le responsabilità uno con l’altro e nessuno risponde, nessuno risarcisce e intanto aumentano i debiti, le tasse e i disastri ambientali.

Nel 2001, i politici, cambiarono il titolo V della Costituzione per dare più poteri alle regioni, credendo di fare il federalismo all’italiana, ed esso, si rivelò un gran pastrocchio. Le venti regioni, andrebbero abolite, servono solo ai partiti politici, a creare poltrone per i loro attivisti e a rubare altri soldi pubblici. Alcuni poteri dello stato, passarono alle regioni, ma questa riforma, ha aumentato a dismisura la burocrazia e le tasse.

Le regioni, sono piccoli stati che esigono loro imposte, in concorrenza con quelle dello stato centrale. Ci sono poi le tasse comunali e si studiano le imposte patrimoniale per finanziare i comuni. Ogni ente pubblico, esige la sua tassazione, gli italiani, pagano tante tasse, distribuite agli enti locali. Le regioni, sono un’altra catastrofe per gli italiani, altri luoghi di furto e corruzione. Alcune, come la Romagna e altre regioni, non sono state riconosciute, provocando così, danni e discriminazioni fra la popolazione.

Per fare un po’ di pulizia, si dovrebbero abolire regioni e province. In Italia, si devono fare solo due regioni, una a Nord e l’altra a Sud, invece di venti come sono ora, indire un referendum per l’abolizione delle regioni e un altro referendum, per sentire il parere della gente, se è d’accordo a fare due regioni, per capire se vuole restare unita in uno stato fallito o se preferisce iniziare da capo con due stati nuovi e senza debiti. Si deve trovare una soluzione di saldo e stralcio anche per il debito pubblico, in caso contrario, la popolazione diventerà schiava delle banche e perderà anche la sovranità nazionale.

Con le condizioni, attuali dell’Italia, nessun’impresa può lavorare correttamente e andranno via tutte; il Risorgimento, è stato un fatto storico molto importante per l’epoca, ma con quello che sta succedendo oggi in Italia, bisogna cambiare e semplificare la divisione amministrativa. L’olocausto delle imprese, non finirà e l’Italia si troverà col deserto industriale e un’invasione d’immigrati affamati.

I ciarlatani che parlano d’occupazione, devono abolire le tasse dalle imprese che creano lavoro. Le tasse, le pagano anche i loro dipendenti; quando è distrutta un’azienda, sono rimosse anche le tasse che pagano i dipendenti, e distruggono la continuità del reddito per lo stato.

Uscire dall’euro, per riprendersi la sovranità monetaria può anche andare bene, ma quello che in Italia crea tanti problemi, è l’eccessivo frazionamento amministrativo che serve a formare posti di lavoro per i militanti dei partiti politici.

Le regioni e le province complicano solo la vita ai cittadini ed è necessaria la semplificazione del decentramento amministrativo dello stato.

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3 Responses a “Olocausto delle imprese”

  1. […] con la sua oppressione fiscale ha sensibilmente ridotto il volume degli affari, costringendo molti imprenditori a lasciare Firenze trasportando altrove le proprie aziende. Sintomi del declino industriale, quali […]

  2. […] lotta all’evasione fiscale, un pretesto per giustificare le estorsioni che eseguono a danno d’imprese, e lavoratori autonomi, con ricatti simili a quelli di […]

  3. […] sana di successo internazionale. Molto dipende dal personale che lavora all’interno di queste imprese che devono manipolare i cibi nel modo corretto. Dipende poi dall’intelligenza e la sensibilità […]

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