L’ossessione nordica

Alfons Siber - Risveglio di primavera“L’ossessione nordica, Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana” è il titolo di una mostra che si svolge nel Palazzo Roverella di Rovigo dal 22 febbraio al 22 giugno 2014; l’espressione, “Ossessione nordica”, è stata adottata per la prima volta dal critico Vittorio Pica, nel 1901 per indicare l’influenza che ebbe sugli artisti italiani, l’arte dell’Europa settentrionale presente alle prime Biennali di Venezia.  

L’esposizione di Rovigo, è molto interessante e si può integrare con la mostra del Liberty in Italia, che si svolge adesso a Forlì, ai Musei San Domenico. A Rovigo, sono presenti oltre 50 pittori, e molti autori che espongono anche a Forlì, in quanto testimoni dello stesso momento storico. Le manifestazioni artistiche europee, parallele allo stile Liberty, nella mostra romagnola, non sono state esaminate a fondo, come qualcuno ha osservato; l’arte di questa epoca, è troppo vasta da essere esposta in una sola mostra, che ha tentato di evidenziare gli aspetti inediti dell’epoca Liberty in Italia.

A Rovigo, è presente la pittura a nord delle Alpi in 120 opere e oltre agli artisti delle secessioni austriache e tedesche, espongono alcuni autori scandinavi che parteciparono fin dal 1895, alla mostra Biennale di Venezia, che ci ha permesso di conoscere le opere dell’epoca modernista e le avanguardie nei paesi a nord dell’Europa.

La mostra di Rovigo, è concentrata sull’arte europea tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nell’epoca che precede la prima guerra mondiale che segna la fine della Belle Epoque, un periodo in cui convivono diverse espressioni artistiche, e si manifesta, il desiderio di rottura con l’arte tradizionale delle Accademie con diverse modalità espressive; a fianco dell’arte borghese, ci sono anche le Avanguardie che anticipano l’arte dei giorni nostri.

Nell’esposizione di Forlì, e in quella di Rovigo, non ci sono artisti francesi. La pittura francese, è stata ampiamente trattata in passato nelle mostre di Palazzo Diamanti a Ferrara, dove in questo periodo, è in corso la mostra dedicata alla figura di Matisse. Parigi all’epoca, è ancora il centro dell’arte internazionale, ma alcune opere esposte, sia a Forlì, sia a Rovigo,  non sono esenti dall’influenza dell’arte parigina; a Forlì, sono esposte due opere di Giovanni Boldini che visse a Parigi.

Gli artisti che espongono in tutte e due mostre, sono: Luigi Bonazza, Felice Casorati, Adolfo de Carolis, Gustav Klimt, Max Klinger, Cesare Laurenti, Alberto Martini, Guido Marussig, Umberto Poggioli, Giulio Aristide Sartorio, Franz von Stuck, Ettore Tito.

Rotonda di RovigoLa Rotonda di Rovigo. Dopo la mostra di Forlì, si consiglia quindi di andare all’esposizione di Rovigo, a Palazzo Roverella, dove si può visitare anche la Pinacoteca e nello stesso tempo, in città, si può andare a vedere anche la splendida Rotonda, una chiesa museo, della Beata Vergine del Soccorso, che contiene un’immagine miracolosa della madonna, e un ciclo pittorico unico nel suo genere che riveste le pareti dell’edificio

La chiesa, fu progettata da un collaboratore di Andrea Palladio, alla fine del Cinquecento, e fu costruita fra il 1594 e il 1603; la pianta è a forma ottagonale come la Basilica di San Vitale a Ravenna, città che per un certo tempo, restò sotto il dominio della Repubblica veneta e all’esterno è circondata da un portico con colonne d’ordine toscano.

Gli edifici a pianta centrale, furono proposti anche nel Rinascimento da Leonardo, Bramante e Raffaello.

All’interno, oltre all’immagine della Madonna collocata sull’altare di legno dipinto, ci sono 20 statue, l’organo e sono conservati settantacinque dipinti eseguiti all’epoca della Repubblica di Venezia, raffiguranti i podestà raccolti in preghiera davanti alla Madonna, che l’antica Repubblica veneta inviava a Rovigo.

Il ciclo pittorico di 1500 mq, è una delle più grandi testimonianze del Barocco veneto che fu eseguito nell’arco di cento anni fra il Seicento e il Settecento. La chiesa è proprietà dei cittadini di Rovigo che l’hanno interamente finanziata, un raro esempio di senso civico che dovrebbe essere imitato anche per altri monumenti, per non mandare in rovina l’immenso patrimonio artistico sparso nella penisola italiana, visto e considerato che alle istituzioni dello stato italiano, stanno più a cuore le sorti dell’Africa, che il patrimonio del proprio territorio che non sanno custodire. La gente, in Italia, si dovrebbe organizzare per compiere  la manutenzione dei monumenti che lo stato non riesce ad eseguire, per mancanza di fondi o perchè si disperdono nei vari passaggi della burocrazia. La chiesa, fu visitata anche da Wolfgang Ghoete in uno dei suoi viaggi in Italia.

La Rotonda di Rovigo, si può considerare un vero e proprio museo, un patrimonio dell’umanità, dove, fra pittori, scultori, architetti, vi hanno lavorato più di trenta artisti, fra i quali Francesco Maffei, con 5 dipinti, Pietro Liberi e Antonio Zanchi, 3 dipinti, Pietro Vecchia, Andrea Celesti. Il ciclo pittorico, è suddiviso in tre fasce che rivestono tutto il perimetro delle pareti, dal basso verso l’alto: una fascia inferiore, una al centro e l’altra più in alto. Nella fascia inferiore, ci sono 16 dipinti, dei quali la metà ha per soggetto vari episodi della vita della Madonna, mentre gli altri otto, celebrano la devozione dei podestà davanti all’immagine della Madonna. Nella parte superiore, ci sono 17 dipinti, con gli stessi soggetti della parte inferiore e nella fascia centrale, sono alternati dipinti e sculture con vescovi e santi, rimasti illesi negli infortuni che sono a loro accaduti.

Le sculture, sono alloggiate in venti nicchie, scavate nel 1626. I dipinti fra le nicchie, sono stati eseguiti nel 1639, mentre i dipinti nella parte inferiore, sono iniziati nel 1644.

La costruzione del campanile della Rotonda, ha avuto inizio nel 1655 ed è stato progettato dall’architetto Baldassarre Longhena, l’autore della Chiesa della Salute a Venezia, per il concorso del Senato Veneziano del 1630, un tempio di ringraziamento per la liberazione di Venezia dalla peste.

Non c’è unità di stile fra la chiesa e il suo campanile. Inizialmente, la Rotonda, era stata progettata con una cupola, rimossa poco tempo dopo la costruzione dell’edificio a causa di problemi tecnici. La cupola, si può vedere nel dipinto di Andrea Celesti nella fascia superiore, mentre, la forma attuale dell’edificio, è visibile nel dipinto in basso di Andrea Brunelli del 1650.

All’interno, vi è un imponente altare di legno, interamente decorato e scolpito, e al centro della pala è stata collocata l’immagine della Madonna col bambino e la rosa di cm 80×100, che prima si trovava in un altro luogo di culto.

 

 

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Un commento a “L’ossessione nordica”

  1. […] 1895, a Venezia, si tiene la prima Biennale d’arte; nel 1908, a Faenza, inizia la fondazione del Museo […]

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