Debito pubblico e rifiuti urbani

Produttori di rifiuti. Da vent’anni, in Italia, si costruiscono i centri commerciali con la compiacenza degli amministratori locali, per vendere prodotti importati dalla Cina, dove costano meno, e i salari sono più bassi. La diffusione dei centri commerciali, produce tanti rifiuti che una volta non c’erano.

Tutti i giorni, l’industria, inventa prodotti nuovi e superflui, compreso il “cibo spazzatura” creando bisogni di cui si potrebbe fare a meno, al solo scopo di fare spendere i soldi.  La gente acquista carrelli pieni di prodotti che non servono a nulla, se non ad incrementare l’obesità, le malattie fra la gente e i rifiuti urbani. Per chi lavora, la crisi non esiste e può spendere anche per comprare porcherie. C’è uno strano fenomeno nell’Italia d’oggi: non cresce, ma diminuisce l’occupazione e aumentano i consumi e di conseguenza i rifiuti urbani.       

In Italia, i centri commerciali, hanno creato gravi problemi a causa della produzione smisurata di rifiuti urbani, dove l’esempio più eclatante, è stato quello di Napoli che non sono organizzati allo smaltimento dei rifiuti, ma l’Italia intera, è invasa dai rifiuti per via dei centri commerciali.

In diverse città italiane, si costruiscono gli inceneritori per i rifiuti e il loro insediamento a mio parere, danneggia l’ambiente e crea malattie fra la popolazione e non c’è una giusta valutazione preventiva delle conseguenze sulla popolazione e dei disastri ambientali che possono causare. Gli inceneritori, sono costruiti anche vicino ai centri abitati. Questi sono i nuovi crimini nei confronti dell’umanità e questo fenomeno, non avviene nei paesi del nord dell’Europa.

Da un ventennio, in Italia, c’e’ stato un peggioramento dell’economia e i motivi sono diversi. In Italia, nel 1997, è stata introdotta la tassazione IRAP sulle imprese, in seguito c’è stato il decentramento regionale, con la riforma del Titolo V della Costituzione, sono stati assegnati nuovi compiti alle Regioni e c’è stato l’ingresso nell’euro imposto dalla sinistra, senza nessun referendum con la presunzione che loro sanno ciò che va bene per il popolo e da allora non c’è stata più crescita dell’economia. Le aziende sono soffocate dalle tasse imposte dalla sinistra e pagate due volte: allo Stato e alla Regione e poi ci sono altri tributi locali e Comunali, le associazioni di categoria e quelli che tengono la contabilità. Si deve trovare una soluzione per abbassare le tasse alle imprese alle quali hanno tassato anche i debiti, il lavoro e gli operai assunti, in caso contrario, non ci sarà mai una crescita dell’occupazione.

La pressione fiscale nei confronti delle imprese private è opera dei governi di sinistra, ma poi è stata mantenuta dai governi di destra che non hanno trovato soluzioni alternative ed hanno aggravato ulteriormente la situazione per non fare assumere personale. Invece di assumere personale, devono pagare tasse. I tecnici dell’attuale governo, hanno sgravato l’IRAP, sinonimo di Imposta rapina, solo a chi assume le donne e i giovani sotto i 35 anni. Abbiamo assistito ad un fenomeno di discriminazione al contrario che non tiene conto delle pari opportunità, escludendo gli uomini. I politici, i governi di destra e sinistra, i professori, non sanno vedere la realtà del paese e creano danni al lavoro, all’economia e alla popolazione. Il paese non cresce, e le aziende ormai vanno in banca solo a chiedere soldi per pagare le tasse, anziché investire e creare posti di lavoro oppure sono costrette ad emigrare in altri stati, perché soggiogate da un groviglio di tasse e da una repressione fiscale che non ha eguali in Europa.

I giornali scrivono che la Danimarca è il paese più tassato d’Europa, invece c’è solo l’Iva al 25% che paga chi consuma il prodotto. L’Iva, non è un costo per l’impresa. In Danimarca, le tasse sui redditi sono del 30%, e non se ne pagano altre sulla casa e sui rifiuti urbani e tutto il resto e c’è un ritorno nei servizi alla collettività e nello stato sociale, riescono a fare qualcosa di buono anche per la gente. E’Italia, il paese più tassato d’Europa, non la Danimarca.

Pagare il debito pubblico. L’Italia ha un enorme debito pubblico che va pagato, anche per rispetto delle future generazioni. I vecchi pensano a se stessi e lasciano i giovani senza futuro e senza soldi. I vecchi, diventati ricchi, non fanno più niente.

Non si devono fare manovre solo per pagare gli interessi sul debito, ma si deve pagare il capitale del debito pubblico, in caso contrario, finita una manovra, se ne deve fare subito un’altra. Il problema, deve essere affrontato in modo più ampio e approfondito. Con le manovre, si aggiungono tasse su tasse che restano e non fanno altro che aggravare la situazione.

In Italia, oltre alla rovina dell’economia da parte della politica, c’è stata anche la crisi economica mondiale e tutti i cittadini della repubblica devono farsi carico dei sacrifici in base alle proprie possibilità. Tutti devono aiutare a pagare il debito pubblico, ricchi e “poveri”, con una percentuale dei propri redditi. La tendenza della politica è sempre quella di scaricare il debito sulle imprese e sui ceti meno abbienti, perché è più semplice e scontato e non s’impegnano a trovare alternative.

La politica non è stata in grado di fare nulla e dal 16 novembre 2011 il governo in carica, incapace di adempiere le direttive europee, è stato sostituito da un governo tecnico di professori che non fanno altro che accumulare altri danni a questo disgraziato paese. Invece di tagliare i costi dello Stato e della burocrazia, mettono nuove tasse e tagliano le pensioni ai poveri, seguendo un copione già visto in passato. Forse, non hanno avuto il tempo di fare meglio, ma le loro manovre risolvono ben poca cosa e sulle categorie privilegiate, non si può fare finta di nulla, in caso contrario, il debito pubblico, non si riesce a pagare.

Occupazione: sgravare le imprese dalle tasse.  In Italia, si devono ridurre le spese della burocrazia statale e gli sprechi, oppure lo stato fallisce e vanno tutti a casa, che sarebbe quasi la soluzione migliore per liberarsi dei burocrati parassiti, ostinati a preservare i privilegi acquisiti. Gli sprechi, vanno eliminati in tutti i settori, anche in quelli più importanti. Eliminati gli sprechi, si deve aumentare il gettito dell’Iva al 25%, sui prodotti come il “cibo spazzatura” escludendo gli alimenti di prima necessità, quali: pane, pasta, carne, latte, uova, olio, acqua, vino e pochi altri…I prodotti alimentari hanno l’Iva più bassa, si deve aumentare solo quella dei cibi “spazzatura” tipo merendine, bibite dolci, fritture, quei prodotti responsabili di obesità e altre patologie che si fa finta di non vedere e derivano dall’eccesso di questi alimenti. Fatto questo, si devono sgravare le imprese dalle tasse, per incrementare la produzione e l’occupazione. Questo può aiutare a pagare il debito pubblico, ma prima si deve arginare il fenomeno degli sprechi e dei lussi che molti tentano ancora di preservare, nonostante le difficoltà della crisi economica. Si devono rivedere tutti gli stipendi e le pensioni degli impiegati pubblici e quelli privilegiati anche nel settore privato. Basta privilegi per tutti, si deve pensare di pagare i debiti. Nelle manovre economiche, si aumenta solo il prezzo di sigarette e benzina e delle bollette energetiche, con continui rincari solo di questi beni.  Si devono tassare almeno i cibi “spazzatura” al 25% e i beni secondari, e ci sarà un notevole aumento d’entrate. I rincari di benzina e sigarette sono pochi, in Italia, ai giorni nostri, sono stati introdotti milioni di prodotti. Si deve aumentare l’Iva sui prodotti che danneggiano l’uomo e l’ambiente e sulla tecnologia di consumo importata dalla Cina.

Nei supermercati, l’abolizione delle sportine di plastica è stata una sola operazione di facciata, e con i quintali di plastica delle confezioni, cosa si fa? Li portiamo in Cina per fare giocattoli, poi tornano indietro, da noi, dove le nostre buste paga hanno un maggior potere d’acquisto, allora, perché non tassare anche i cosiddetti beni secondari al 25% e contribuire a pagare il debito pubblico? Con la buona volontà, si trovano anche le soluzioni e i prodotti provenienti dalla Cina non conoscono crisi.

I centri commerciali, sono strapieni di prodotti cinesi e se ne costruiscono sempre dei nuovi e sorprende che ancora nessuno si pone il problema tutto italiano di una super produzione di rifiuti urbani.

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Un commento a “Debito pubblico e rifiuti urbani”

  1. […] alimenti e a mantenerli freschi poi nel congelatore. Il supermercato è diventato una fabbrica d’immondizia e contribuisce alla distruzione di ambiente e salute pubblica, la popolazione diventa obesa e si […]

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