I vandali dell’Italia

L’Italia, ha un primato europeo negativo nella tutela del patrimonio artistico. In libreria, vi sarà capitato di trovare il libro “Vandali”, la grafica di copertina lascia un po’ a desiderare, ma è uno degli ultimi libri degli autori della Casta che consiglio di leggere, perché tratta un argomento meritevole di attenzione che andrebbe ulteriormente approfondito. Questo libro, mette in evidenza il degrado di uno dei più importanti patrimoni artistici dell’umanità: quello italiano, da parte delle autorità politiche, succedute al governo di questo paese negli ultimi venti anni e il quadro che ne esce è desolante, indice di declino e degrado anche morale dell’intero paese che colpisce diversi settori e non solo i beni culturali. Girando fra le città italiane, se ne vedono di tutti i  colori. Lavori eseguiti senza criterio, colate di cemento che distruggono e devastano paesaggio e territorio. In Italia, è sufficiente corrompere gli amministratori locali per edificare ogni tipo di costruzione, cosa che non avviene nei paesi più civili, dove ogni importante struttura è sottoposta a referendum fra gli abitanti e alla valutazione di severe e competenti commissioni, e senza falsificare le carte, se non si può costruire.   

Mi ha sempre irritato il fatto che in tutto il mondo conoscano meglio il nostro patrimonio artistico di noi italiani. In questa “Repubblica fondata sul lavoro”, degli altri, la gente, oltre al suo lavoro, non è interessata più a nulla, ignoranza e menefreghismo totale. Monumenti e strade, restano senza manutenzione. Il continuo accumulo di tasse finisce in un pozzo senza fondo: debito pubblico e privilegi dell’alta burocrazia che mandano in rovina il paese. Ognuno fa gli interessi della casta a cui appartiene. Da nord a sud, le strade sono rotte, non esiste città in Italia con le strade in ordine, non esiste paese europeo con le strade rotte come quelle italiane. Chi ha avuto occasione di percorrere le strade tedesche, o di altri paesi, avrà notato che sono lisce come l’olio, non c’è una strada con una buca e in Germania, non si pagano neppure le autostrade che si possono percorrere senza pericolo anche a duecento chilometri orari. Quando si costruisce una strada, si fa per bene, si scavano anche diversi metri in profondità e le strade non si rompono. Da noi invece, vengono continuamente riparate, ma sono sempre rotte, si fanno pagare dieci camion di asfalto, ma ne mettono uno!

Scrivere libri, va bene, ma poi le cose si devono mettere in pratica. Vandali, sono anche i signori della casta che ha governato il paese negli ultimi venti anni, sia di destra o di sinistra, soggetti che non hanno idea della cosa pubblica come intesa dalla maggior parte dei paesi europei. Negli ultimi venti anni, si è avuto un vandalismo in tutti i settori della vita italiana, da quello economico, a quello ambientale. Atti di vandalismo, sono commessi dallo stato che rovina le famiglie e costringe la gente al suicidio, derubandoli dei beni con le tasse, multe ed estorsioni simili a quelle della mafia. La realtà italiana è modificata da stampa, televisione e politica che vuol far credere una realtà differente da quella reale. La stampa è finanziata dallo stato.

Il vandalismo generale, è conseguenza dell’ignoranza, di una classe politica corrotta e corruttrice, formata da affaristi senza scrupoli, che si è alternata alla guida del paese, professori e avvocati, invece di economisti ed esperti veri. Lontani dai problemi reali della gente e del paese, nella vita sono sempre stati mantenuti o si sono comprati il titolo di studio senza fare esperienze, inventando una realtà differente da quella esistente, che ha creato problemi devastanti nel paese e disoccupazione di massa. Parassiti sociali e soggetti negativi per lo sviluppo del paese. Hanno costretto le imprese ad emigrare nell’Europa dell’est, affinché andassero a creare posti di lavoro e benessere a casa di altri e hanno costretto operai e laureati ad emigrare nell’efficiente Germania. Nascondono la verità con teorie inesistenti, hanno un titolo di studio che non è buono nemmeno per andare al cesso! L’imprenditore, indipendentemente dal titolo di studio, è un soggetto positivo che crea benessere e occupazione, fra la popolazione e potrebbe occuparsi anche della cosa pubblica in modo più concreto, e responsabile. Se ne vanno le persone creative e produttive e restano i parassiti, gli sfruttatori, i fannulloni, i falsi, come tutti i professori che si sono messi a sedere sulle sedie romane.

L’incompetenza, e il “ladrismo”, fenomeni tipici italiani, sono generali e non riguardano solo il patrimonio artistico, ma tutti i settori.
Trentamila imprese, sono emigrate in Romania e Polonia e altri paesi limitrofi e c’è una continua emigrazione delle imprese. Politici e professori, li fanno scappare tutti, ostacolandoli continuamente con nuove tasse.

I responsabili degli enti che costringono un’impresa con molti operai a chiudere o a delocalizzare, devono risarcire lo stato per danno erariale; quando chiude un’impresa, lo stato non riscuote più le tasse.

I professori, di destra o sinistra, sono inadeguati ad amministrare la cosa pubblica e servirebbero delle alternative valide. La scuola è troppo vecchia, per offrire soluzioni positive.
Chi fa impresa, in Italia, non è più libero di decidere nulla, i burocrati decidono le sorti delle imprese, mandandole in rovina. Con troppi padroni,  non sono più libere di lavorare. L’imprenditore soffocato da ogni tipo di vessazione, è costretto ad andarsene o a suicidarsi; si sono fatti pestare i piedi e non possono più decidere nulla, tutti vogliono mangiare nel suo piatto, oltre agli operai, danno da mangiare a troppa gente e si deve fare un po’ di pulizia di quei parassiti che girano intorno alle imprese. Gli operai, dovrebbero sostenere le cause degli imprenditori, ma questo non avviene, ognuno pensa per se, uno contro l’altro. L’operaio, invece di state con i partiti e i sindacati, dovrebbero stare dalla parte degli imprenditori. Il partito e il sindacato, non vi danno da mangiare, ma sono parassiti che vi sfruttano.
Le imprese del nord, sono mucche da mungere, costrette a chiedere finanziamenti solo per le tasse, invece di sviluppare l’impresa e creare occupazione. Il debito pubblico è scaricato su questi soggetti con vari mezzi di estorsione pubblica, in quanto, non possono andare dall’operaio. I professori, si sono inventati l’IRAP, poi gli studi di settore per estorcere denaro che serve solo  per i loro lauti stipendi e per quelli della cricca romana che ha mandato in rovina il paese, professori compresi.
Le imprese del nord creano posti di lavoro e con le loro tasse e quelle degli operai, pagano anche gli stipendi dei soggetti che hanno devastato il paese, ma il nord è generoso e ha spirito di sacrificio e può mantenere anche tutti i re di Roma. Gli italiani sono un popolo strano, hanno mandato via un re, per avere migliaia di re, e non si venga a dire che in Italia c’è crisi. La crisi è stata inventata per quelli che devono pagare e mantenere chi vive da re, grazie alle imprese del nord.

Intere città, in Italia, sono devastate da strutture di cemento con opere mai terminate nell’indifferenza totale e spesso, si eseguono lavori solo per fare lavorare le cooperative, ma queste strutture creano intralcio e danneggiano il paesaggio e non hanno funzione, se non quella di creare un po’ di occupazione precaria. Si devasta il paesaggio urbano e le opere restano inutilizzate, e si spende in modo irresponsabile il denaro dei cittadini. Per tentare di porre rimedio al generale degrado nazionale, si dovrebbe partire dalla scuola che non insegna nulla di utile a livello pratico:
si dovrebbe inserire lo studio dell’Arte e del patrimonio artistico già alla scuola primaria, in modo di dare una preparazione di base a ogni individuo per sensibilizzare anche gli italiani verso il bene più prezioso del paese che col tempo diverrà la risorsa economica più importante a seguito dell’emigrazione delle imprese all’estero, a causa della politica negativa e ostile all’impresa attuata dai padrini italiani sostituiti agli economisti veri negli ultimi venti anni.

La scuola italiana, è lo specchio del paese degradato e se si trova in queste condizioni, significa che la scuola non è all’altezza del suo compito e un radicale cambiamento, deve partire dalla scuola, dove a tutti i livelli, vanno inserite materie che insegnano ad amministrare bene la cosa pubblica e a spendere i soldi nel modo corretto. In tutte le scuole, si deve introdurre lo studio della contabilità e della partita doppia, non solo a Ragioneria, altrimenti, ci troveremo sempre con Giudici e Professori che non sono capaci di fare i conti! Quando si esce da scuola, si deve essere in grado di aprire ed amministrare una qualsiasi attività tecnica o artigianale, senza dover ricorrere ad altri soggetti, al commercialista o alle associazione di categoria, veri e propri parassiti sociali. Una delle mancanze più evidenti dei soggetti che hanno governato il paese, è l’incapacità di equilibrare le entrate con le uscite, i crediti e i debiti. Questo non vuol dire sostituire i professori e gli avvocati con i ragionieri, perché anche loro ne combinano delle belle, ma in ogni tipo di formazione, si dovrebbe inserire una contabilità di base. Nelle scuole italiane, più studiano, e più si allontanano dalla vita reale e sono costretti a lavorare alle dipendenze, perché non sono capaci a far niente. La corruzione in futuro subirà ancora un notevole incremento, a causa della mancanza di lavoro, dove molti saranno costretti a pagare tangenti anche per trovare lavoro. E’ dalla scuola che deve partire il cambiamento, inserendo nuove materie di studio. La riforma, deve passare prima dalla scuola. Il problema più grave, è che i professori non sono consapevoli dei danni che hanno creato.

Dopo la caduta del muro di Berlino, con l’unione, la Germania è di nuovo la nazione più potente d’Europa. In breve tempo, la Germania dell’Est, sarà portata allo stesso livello economico di quella dell’Ovest, la “crisi” tedesca è dovuta al fattore dell’unificazione, che deve fare uno sforzo per portare i due paesi allo stesso livello. La Germania, è riuscita ad imporre anche la moneta unica a tutta l’Europa danneggiando i paesi che si sono asserviti al volere dello stato forte, senza prendere in considerazione anche altri aspetti della società europea. Non ci può essere unione Europea, solo con la moneta, che fa comodo alla Germania.

La crisi italiana, non ha paragoni in Europa, è un fenomeno interno e la causa è dovuta all’incapacità dei soggetti locali che si sono avvicendati alla dirigenza del paese negli ultimi venti anni, che si sono rifiutati  di comprendere la realtà, hanno creato leggi sbagliate per le imprese e si sono asserviti ciecamente alla volontà degli stati forti, senza chiedere il parere ai propri abitanti; si sono serviti della cosa pubblica per fare i propri interessi privati o delle cooperative rosse. Con l’ingresso nell’euro, l’Italia si è asservita alla Germania, passivamente e senza contrattazione. Nessuno, ha chiesto al popolo italiano, suddito dalla bieca e stolta ideologia comunista imperante in questo paese, che non tiene conto della volontà popolare, se riteneva giusto l’ingresso nell’euro, come è avvenuto in altri paesi europei. Il popolo è stato ingannato dai politici che volevano entrare a tutti i costi nell’unione monetaria. Ci sarà l’unione europea solo con le stesse leggi e regolamenti comuni a tutti gli stati europei.  Il termine “ladrismo”, non fa parte del vocabolario, ma della realtà italiana.

L’immagine mostra un gruppo di edifici costruiti 25 anni fa a Ferrara e mai utilizzati.

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5 Responses a “I vandali dell’Italia”

  1. […] per merito delle ruberie, nonostante il lavoro privilegiato che svolgono. Si comportano come i vandali che distruggono anche la credibilità delle […]

  2. […] La donna del sud, è quella ideale per chi desidera una casalinga perfetta e nel nord dell’Italia, sono cercate anche donne che si dedicano solo alla famiglia. Esistono enormi differenze fra il sud […]

  3. […] Italia, chiudono il partito politico e il giornale storico e si nascondono in gruppi con altre […]

  4. […] anche i negozi che c’erano in precedenza ed hanno fatto in modo che tutti potessero lavorare. In Italia, la comparsa di questi centri per gli acquisti, ha portato alla chiusura di quasi tutti i negozi e […]

  5. […] di pace, degli ultimi trenta anni dell’Ottocento. Il progresso tecnologico e l’innovazione in Italia arrivano più tardi a causa dei problemi derivanti dall’unificazione […]

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