ROMAGNA, la regione di Dante Alighieri

Tonino Dal Re - Cavaliere infernaleL’unica regione italiana, che Dante Alighieri ha descritto nella Divina Commedia, nel Canto XXVII dell’Inferno, la Romagna, non è stata riconosciuta come tale dallo stato italiano a causa delle speculazioni dei responsabili comunisti Emiliani, che hanno preferito un matrimonio d’interesse e una regione unica, l’Emilia-Romagna, invece di riconoscere la regione Romagna indipendente dall’Emilia. La forzata unione, è avvenuta senza il parere della gente, ma non è stato un matrimonio felice. Gli abitanti Romagnoli sono sfortunati ed anche i più tassati e multati d’Italia. Imola, che oggi si trova in provincia di Bologna, è il comune più multato, ma altri Comuni vessano i cittadini attraverso la contravvenzione studiata per fare commettere infrazioni.

Nella Divina Commedia, e precisamente nei versi 31-57 del canto XXVII dell’Inferno, Dante descrive le condizioni politiche della Romagna nel 1300 che lui ha frequentato dopo l’esilio, a Guido da Montefeltro che vede nel viaggio all’Inferno.

Guido, fu autore di molte imprese militari nelle città della Romagna, negli scontri fra Guelfi e Ghibellini. La descrizione della regione Romagna, di Dante a Guido, avviene nell’ottavo cerchio e nell’ottava fossa dell’inferno, dove si trovano i cattivi consiglieri. Guido da Montefeltro, diventò il capo dei ghibellini romagnoli e fu capitano del popolo di Forlì e Faenza; negli ultimi anni di vita, Guido si rinchiude nel convento d’Assisi, dove egli muore nel 1298. Le città descritte nella Romagna di Dante, sono: Cesena, Ravenna, Rimini, Cervia, Faenza, Forlì, Imola e nei versi successivi, Guido parla della vita e della sua morte.    […]

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L’Inferno nella foresta di Dante

“Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, poi ché la diritta via era smarrita”.

Comincia così, il primo canto dell’Inferno, di Dante Alighieri. In esilio, Dante, ha percorso i boschi e le pinete marittime della Toscana e della Romagna. Durante l’ esilio, la vita di Dante, in alcuni momenti, è simile a quella degli immigrati clandestini d’oggi che per diversi motivi, sono costretti a lasciare il loro paese.

Inizia da una foresta, la narrazione della Divina Commedia, dove dipinge con la penna i ritratti dei personaggi storici famosi e diviene il Giudice dell’umanità nel regno dei cieli, assegnando le pene, in base ai peccati che hanno commesso. Colloca i peccatori all’Inferno, al Purgatorio o nel Paradiso.

Nella Commedia, l’entrata immaginaria del viaggio di Dante all’Inferno, nel 1300, è situata in una foresta, che non ha identificato, ma essa ha stimolato la sua fantasia.

Dante, a 35 anni, dopo avere per sempre lasciato Firenze, a causa dell’esilio, cominciò a vagare per la penisola italiana, ospitato da amici e conoscenti. In Dante, c’era anche l’aggravio della pena di morte, e se era catturato, quando andava dagli amici, rischiava di essere ucciso e i boschi e le pinete erano rifugi protettivi.    […]

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Carattere e utopia di Dante Alighieri

Chiamo poeta colui che sente confusamente agitarsi dentro di sé tutto un mondo di forme e d’immagini: figure dapprima fluttuanti, senza determinazioni precise, raggi di luce non ancora riflessa, non ancora graduata nei brillanti colori dell’iride, suoni sparsi che non rendono ancora armonia. Ciascuno ha un po’ del poeta, massime nei primi anni; ciascuno di noi ha sentito qualche volta in sé del cavaliere errante, ha sognato le sue fate, i suoi castelli d’oro; ha avuto, come canta Goethe, qualche dama a proteggere, qualche tristo a castigare. Ma questo stato è transitorio; ben presto la realtà ci toglie ai sogni dorati e incomincia la prosa della vita. Nel solo poeta quel mondo fantastico permane, e si fa signore della sua anima, e gli tumultua al di dentro, impaziente di uscir fuori. Ora, vi è nella vita un momento solenne, in cui l’uomo si rivela a sé stesso. Abbiamo bisogno del di fuori per avere questa divina rivelazione, per poterci dire un bel dì: – Ecco a che siamo nati!  La vita di Dante comincia d’allora che i suoi occhi s’incontrarono negli occhi di Beatrice. E quando la vide una seconda volta, quando ricordò commosso la potente impressione che quella aveva fatto sul suo animo ancora fanciullo, l’arte gli si rivelò e si sentì poeta.   […]

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