Letizia Malpassi

La giovane pittrice Letizia Malpassi espone nella Repubblica di San Marino.

Dal 7 al 20 maggio 2011 le opere sono in mostra al Centro sociale di Dogana.

La prima mostra si è svolta a Rimini nel mese di Febbraio presso la Sala degli Archi dove ha ottenuto un gran successo di pubblico.

Le opere di Letizia Malpassi ci parlano del suo amore per la vita, che Letizia esprime attraverso il gioco affascinante dell’arte. Letizia con le sue opere ci parla dei progetti, dei sogni, delle sue illusioni, di luoghi immaginari e reali, vicini e lontani.

Lo stile compositivo è molto personale ed eterogeneo riflette e amalgama le esperienze e diversi stili artistici, da vita, ad un’estetica originale e a volte incantata.

Spesso le immagini richiamano figure di pittori e scultori che s’inseriscono in un nuovo ambiente in cui il presente si confronta col passato prefigurando un futuro in cui l’utopia continuerà ad esistere e a parlarci sottovoce.

Spesso le immagini si legano a suggestioni, o visioni reali ed estetiche dell’oriente, lo tsunami che l’artista porta nel suo mondo e nella pittura confermandoci ancora come tra sogno e realtà, tra contingenze e utopie, tra sofferenze e speranze non vi è una divisione netta come del resto tra i vari stili e le tecniche pittoriche che Letizia utilizza con maestria e originalità.

Lo stile della Malpassi spesso allude ad elementi di grafica pubblicitaria per poi aprirsi alla pittura ad olio decorativa e astratta, al simbolismo e ad un realismo fantasioso, al disegno artistico con i pastelli e la sanguigna, per realizzare in una dimensione concreta e utopica immagini sognanti e quotidiane, a volte legate a simboli e astrazioni e a volte tragicamente immanenti, rappresentando così la società con la sua umanità, i sogni, l’impegno, le sofferenze, le contraddizioni e le sue speranze. Il reale diviene tragico, come accade nella vita vissuta. L’artista con un segno pittorico attraente e fantasioso, spesso  richiama anche il fumetto artistico e  trasfigura gli aspetti più angoscianti della vita creando “alter ego”, “doppi”, che sanno indicare una nuova vita dando speranza e motivazioni. L’artista è spesso ispirata anche da un forte sentimento religioso che oltre a spingerla ad una ricerca spirituale, talvolta la conduce anche a dipingere figure religiose dai tenui colori, senza tempo, che di volta in volta richiamano l’iconografia di varie parti del mondo, Europa, America Latina, Oriente, ecc. evidenziando come queste e numerose altre icone ed influssi culturali siano presenti nel suo sentimento e nell’immaginario.

1) Ingresso a San Marino da Dogana – foto

2) Natura morta con buccia di mandarino – olio su tela

3) L’attrice e il gigolo – tempera

4) Il bambino dello tsunami – olio su tela

5) Figura astratta – tecnica mista

Letizia Malpassi – tel. 339 8781372 –

Galleria:  http://galleriadarte.newshoponline.it

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Lo studio d’arte

Dopo l’esame di maturità, Paola, aprì lo studio per dipingere in Via Sintoni a Cesenatico. Con la vendita dei quadri, riusciva a pagare le spese. La sua famiglia era benestante, ma voleva essere economicamente indipendente dalla famiglia.

Lo studio diventò un punto d’incontro d’artisti e galleristi. Acquistò la prima automobile, la Mini. La macchina serviva per portare i quadri alle mostre, nelle città di Romagna ed Emilia. La nostra aspirazione, era quella di acquistare la moto. La Riviera Romagnola, d’estate diventa una metropoli molto trafficata e con la moto si risolve questo problema. Paola acquistò una prima Moto Guzzi 250, nel 1978 e nel 1980 ha acquistato un’Honda 500 ed io una Suzuki 550. Paola, oltre alla pittura ad olio, si dedicò a tutte le tecniche artistiche. Le chiedevano di dipingere diversi soggetti e nello stesso tempo eseguiva soggetti personali. La natura morta è il soggetto più pratico da comporre in studio, con oggetti impolverati, recuperati in vecchi casolari di campagna: bottiglie, lampade, vasi, vecchi oggetti d’uso quotidiano, frutta, ortaggi, zucche…

Le zucche che compongono le nature morte, sono acquistate dai contadini di Ferrara, e fatte seccare. Nel periodo estivo, eseguiva i paesaggi marini: le barche, la spiaggia, i capanni dei pescatori, il Porto Canale, che erano i soggetti più graditi dai turisti. Su quelle tele riusciva a trasmettere la serenità e la luce dell’estate romagnola. In estate, partecipava alle mostre collettive con pittori locali e le sue opere si vendevano sempre con qualsiasi tecnica o soggetto. Nello stesso tempo contattava galleristi per proporre i quadri e spesso mi chiedeva di accompagnarla, affinché non si creassero situazioni equivoche, per una giovane pittrice, ma lo faceva anche per coinvolgermi, mi presentava i suoi galleristi, perché desiderava che anch’io facessi quel lavoro.  Dopo il Liceo, ho frequentato un altro anno per poter avere accesso all’Università, e un anno, ho lavorato in uno studio d’arte e restauro, con diversi artisti, ma non ho mai amato lavorare alle dipendenze di altri e poco dopo ho aperto anch’io lo studio. Oltre ai quadri, mi sono dedicata ai cartelloni pubblicitari, e ho frequentato una scuola di grafica pubblicitaria. Paola nelle discoteche di Cesenatico, incontrò un musicista di una nota orchestra romagnola che frequentò per sette anni e questo fu anche il periodo più luminoso e sereno di tutte le opere di Paola. Il musicista la voleva sposare. Paola, che aveva sette anni di meno, non si sentiva ancora pronta per formare una famiglia. Mi ha chiesto un consiglio, ma ho preferito non darlo. Ho solo ricordato le situazioni che si sarebbero potute verificare con un matrimonio prematuro…e alla fine, si sposano tutti. Dopo dieci giorni mi dice, che ha lasciato il musicista, non vuole fare questa scelta, e a seguito di questa sofferenza, si dedica ancora di più al suo lavoro. Per lei è stata una scelta dolorosa e ho sempre evitato l’argomento. Fu invitata a partecipare ad un concorso a Milano dove si classificò al primo posto. In seguito a quest’evento, come premio, allestì una mostra personale in una galleria milanese dal 3 al 15 novembre 1984.  Mi chiese di accompagnarla all’inaugurazione della mostra. I suoi quadri, piacevano anche qui e molti affermavano che, con le sue capacità, avrebbe dovuto trasferirsi a Milano! Paola non lo ha fatto per non dare un grande dispiacere alla famiglia.

In Italia, ma soprattutto nelle province di Romagna, il mestiere di pittore, non è mai stato considerato un lavoro normale per un uomo; se a dedicarsi a questo mestiere si tratta di una donna, vi lascio immaginare!  Di pittrici, ce n’è stata una per secolo e di solito provengono da famiglie d’artisti! Ho sempre creduto nelle capacità di Paola… poi ho scoperto che fra i suoi parenti esistevano diversi artisti! Paola, ha ereditato questa passione da uno zio. Non mi sono mai chiesta se la sua famiglia fosse contenta di questa scelta. Oggi i tempi sono cambiati, ma non è mai una scelta facile.

Se vuoi vedere le opere di Paola, visita il sito:  www.paolapetrini.it

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Cesenatico

Temendo che mia madre poteva impedirmi di finire la scuola, d’estate lavoravo nei bar sulla spiaggia di Cesenatico e nello stesso tempo approfondivo l’amicizia con Paola. Cesenatico d’estate diventa un centro turistico internazionale e si popola degli abitanti d’ogni luogo. La sera si usciva e si cominciava a frequentare le discoteche. Sul porto canale disegnato da Leonardo, gli artisti si fermavano a dipingere le sue eleganti prospettive. Paola, era a contatto con questi artisti e desiderava imitarli, voleva diventare anch’essa una pittrice. Al Liceo artistico, non c’insegnavano le tecniche della pittura ad olio, e se ne sentiva la mancanza e l’unico modo per imparare era quello di guardare quelli che già lo facevano. Paola, ispirata da questi artisti, cominciò a produrre i primi dipinti ad olio e ad esporli nelle gallerie locali. Era molto determinata e cercava di apprendere i “segreti” del mestiere, senza dover andare all’Accademia. Al Liceo, c’insegnavano diverse tecniche: il chiaroscuro a matita, la seppia, il carboncino, la tempera, il collage, la scultura, ma la pittura ad olio era esclusa, e questo per noi era un limite. La pittura ad olio, è una delle tecniche più difficili, ma anche la più affascinante. Andrebbe iniziata presto. Chi è interessato alla pittura, per imparare a dipingere, in Italia, dopo il Liceo deve frequentare l’Accademia di Belle Arti, ma è meglio iniziare prima, al Liceo Artistico e continuarla all’Accademia.

Alle medie, io già dipingevo, poi ho smesso, perché la scuola era impostata in un altro modo e si dovevano prima studiare le basi del disegno.

All’ultimo anno di Liceo, oltre alla maturità, c’era un altro esame: la patente di guida. Per la teoria, abbiamo studiato solo un pomeriggio a casa di Paola, poi ci siamo presentate all’esame e siamo state promosse. Oggi, non è più possibile preparare l’esame per la patente in mezza giornata. Fra un po’, per poter superare quest’esame, ci vuole la Laurea!

Visita il sito: http://www.paolapetrini.it se vuoi vedere alcune opere di Paola.

                                                                

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Il Liceo Artistico

Al Liceo Artistico di Ravenna, ho conosciuto Paola Petrini. Era una ragazza diversa dalle altre. S’impegnava molto nelle materie artistiche. Per imparare a disegnare e le regole del disegno, ci facevano riprodurre le copie di gesso di figure e opere classiche; lei non si staccava mai dai disegni, mentre le altre ragazze, stavano spettegolando di cose futili, d’abiti, di moda. Non parlava mai con nessuno, ma quando le rivolgevo la parola, lo faceva volentieri. Abbiamo iniziato ad intrattenere conversazioni sulla Storia dell’Arte, e a commentare le lezioni, che non erano tanto facili per i ragazzi provenienti dalla scuola media. Abbiamo cominciato ad andare a vedere dal vero i monumenti, i musei e le opere d’arte che il professore ci spiegava, e da lì è nata la nostra amicizia. Ben presto siamo diventati inseparabili. Al secondo anno di Liceo, sembrava che la nostra amicizia dovesse finire.

Per vari problemi con mia madre, avevo deciso di interrompere gli studi. Non andai a vedere i voti finali e lei ha pensato che volessi abbandonare la scuola, allora mi scrisse una lettera, dicendo, che se lo avessi fatto, si sarebbe interrotta la nostra amicizia. Alla fine della lettera, mi faceva, le sue condoglianze. Non ho abbandonato la scuola e al terzo anno, abbiamo rappresentato l’indissolubilità della nostra amicizia col “Bitratto”, la scultura di una testa in argilla con due facce: da un lato lei faceva il mio ritratto e sul retro io facevo il suo ritratto. Per le vacanze di Natale, la scultura è sparita e non l’abbiamo più trovata.

Paola, aveva un obiettivo ben preciso: frequentava il Liceo Artistico, perché in futuro voleva fare la pittrice. Io avevo frequentato il Liceo Artistico, perché me lo avevano consigliato i professori delle scuole medie; la mia famiglia era contraria e mi ostacolava e se non era per Paola, non finivo il Liceo che ormai frequentavo solo per la sua amicizia.

Visita il sito:  www.paolapetrini.it  se vuoi vedere alcune opere di Paola.

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