Madri e figli

Finalmente, le donne, anche in Italia, potranno trasmettere il loro cognome ai bambini, in sostituzione di quello del marito. Questa innovazione, del Diritto di famiglia italiano, doveva avvenire ancora quaranta anni fa. In Italia, aspettano sempre che arrivano le sentenze della Corte Europea di Strasburgo, come puntualmente è avvenuto, prima di adeguare le sue leggi a quelle d’altri paesi d’Europa e del mondo. Le donne, i bambini, in questo paese vecchio e razzista, sono sempre state fra le categorie sociali più discriminate.

La legge per tradizione, permette di assegnare ai figli, il solo cognome del padre. Dal 2000, può essere aggiunto il cognome della madre dopo di quello del padre. Per la corte di Strasburgo, alla quale si sono rivolti dei cittadini italiani, non è abbastanza l’aggiunta del cognome della madre, perchè non sono riconosciute  pari opportunità fra uomo e donna.  […]

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Minestra invernale

In biblioteca, le nostre nonne, tenevano il libro del romagnolo Olindo Guerrini che tutti avrebbero dovuto leggere: L’arte di utilizzare gli avanzi della cucina. Esso, potrebbe istruire a non sprecare il cibo e a fare una buona economia.

Tutti i cittadini del mondo, per un maggior senso civico, non dovrebbero buttare nella spazzatura, il cibo che rimane sulla tavola, dopo il pranzo o la cena. E’ una regola che può essere seguita anche dalle persone benestanti, che non sono state afflitte dalla crisi economica e spendono tanti soldi al supermercato. Nei locali pubblici invece, si devono fare delle distinzioni. Gli avanzi dei clienti, devono essere tassativamente eliminati. Il cibo, che resta sul tavolo di un ristorante, durante il pranzo o la cena, lo può portare via il cliente, perchè esso è già stato pagato, ma se rimane sul tavolo, il personale ha l’obbligo di buttarlo nell’immondizia. Chi mangia al ristorante, egli può chiedere al cameriere di incartare la rimanenza del cibo da portare via.   […]

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Il viaggio di Leonardo da Vinci in Romagna

Brevemente, la vita di Leonardo da Vinci.

La formazione a Firenze. Nasce a Vinci un piccolo paese presso Firenze, nel 1452, figlio illegittimo di un notaio fiorentino e di Caterina, è cresciuto nella casa del nonno paterno. Nel 1468, Leonardo lascia Vinci e si trasferisce dal suo babbo a Firenze che lo manda come apprendista da Andrea del Verrocchio, titolare di un’importante bottega di Firenze e dove si apprendono diverse attività artistiche e aveva per acquirente la potente famiglia dei Medici. Nell’atelier del Verrocchio, incontra i maggiori artisti della seconda metà del Quattrocento, il secolo del Rinascimento: Lorenzo di Credi, il Perugino, Sandro Botticelli, e Domenico Ghirlandaio che avrà come allievo Michelangelo Buonarroti. […]

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Mondo di Leonardo a San Marino

Leone meccanicoLa mostra di San Marino.

Nella Repubblica di San Marino, dal 15 novembre al 16 marzo 2014, c’è la mostra “Il mondo di Leonardo” simultanea a quella di Milano, in Piazza della Scala, poco distante dal monumento a Leonardo da Vinci. L’esposizione, è stata allestita anche in altre città del mondo: Città del Messico, New York, Tokio, Toronto e ha ottenuto un gran successo fra il pubblico.

A San Marino, il nucleo principale della mostra, si trova nel Centro Congressi Kursaal, qui sono esposte le macchine, i Codici, la Gioconda e l’Ultima cena. Con la tecnologia informatica, il visitatore, può vedere e far scorrere le pagine dei Codici più importanti e cosa disegnava e scriveva Leonardo, nei suoi quaderni di disegno, appoggiando le dita sul numero della pagina nella base digitale e nel frattempo, imparare la storia dell’arte o scoprire il genio che è dentro di noi! Il visitatore, non è più solo il soggetto passivo che guarda. È una mostra interattiva e multi disciplinare, un ambiente ideale per rappresentare le varie attività di Leonardo.   […]

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FORCONI IN PIAZZA, si ferma il popolo truffato

L’undici dicembre, passavo da Piazzale Vittoria a Forlì e qui c’era un gruppo di persone che manifestava civilmente, distribuendo dei manifesti di protesta, contro i politici italiani, che non rispettano la Costituzione e il popolo. La classe dirigente, fa solo i propri interessi, e non adempie i doveri costituzionali, distrugge il lavoro, la vita, la salute della gente, per l’incapacità di gestire gli affari pubblici. Di seguito il manifesto:

 L’ITALIA SI FERMA DAL 9 DICEMBRE 2013 […]

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Olocausto delle imprese

Nel mondo del lavoro, in Italia, si è sempre difeso il solo lavoratore dipendente, considerato più debole, rispetto ad altri tipi di lavoratori; lo stato, non ha mai protetto il lavoro di altre categorie sociali, e specialmente di chi crea occupazione, come accade negli altri paesi. C’è stata la difesa del lavoratore, ma non di chi da lavoro ed è accaduto che i lavoratori dipendenti, con la protezione di stato e sindacati, hanno distrutto quello autonomo.

L’articolo 4 della Costituzione italiana, afferma che «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società»

Negli ultimi venti anni, all’interno delle istituzioni italiane, il personale di alcuni enti esegue abusivamente atti criminali in certi settori del lavoro e contro l’interesse dello stato: l’ambiente sociale delle imprese[…]

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La vita del giovane Duce in Romagna

Casa natale Mussolini PredappioBenito Mussolini, è stato l’uomo politico più discusso d’Italia e della Romagna, il più odiato, ma anche il più amato del mondo; facendo un paragone con i politici italiani d’oggi, lui si può definire “un criminale che amava l’Italia e gli italiani”, ma è anche uno statista. Il Duce, non rubava, era un costruttore, e faceva quello che prometteva, il pensiero, seguiva l’azione. Nel Duce, i nemici, vedono solamente la parte criminale e dimenticano i lavori utili e reali da lui eseguiti nell’organizzazione e costruzione dello stato.

I politici italiani di oggi, si possono definire “criminali che odiano l’Italia e, gli italiani”, sono malvagi e bugiardi, in quanto si servono dello stato per i propri interessi personali e quelli degli amici, danneggiando la popolazione e lo stato. Approfittano per l’ingenuità e la buona fede delle persone e commettono ugualmente tanti crimini contro l’umanità e oggi sono diventati dei parassiti incapaci di azioni utili alla collettività. Il giovane Mussolini era povero, si trasferì a Milano ed ebbe l’occasione di fondare un giornale ed un partito politico, ma il fascismo non nacque in Romagna.

Chi vuole approfondire la conoscenza dell’età giovanile di Benito Mussolini, è stata organizzata una mostra a Predappio, nella casa dove egli è nato. Sono esposti documenti e lettere, inediti, del periodo dal 1883, anno di nascita, fino al 1914.  La mostra è aperta dal venerdì e nei giorni festivi fino al 31 maggio 2014, dalle ore dieci della mattina.   […]

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BENITO MUSSOLINI, l’emigrante romagnolo

In Romagna, Benito Mussolini da giovane, sembrava destinato a vivere una vita da emigrante, e poi, quando si è trasferito a Milano, dopo dieci anni, egli raggiunse la fama internazionale diventando primo ministro del regno d’Italia per più di venti anni. Nelle scuole italiane, i professori comunisti, presentano Mussolini come un personaggio scomodo e negativo ma, nel bene e nel male, è stato il protagonista di venti anni di storia italiana, fra le due guerre e ha dato una nuova organizzazione alle istituzioni del paese. Passa alla storia nel 1922 con la Marcia su Roma, quando è partito in treno da Milano per andare a fare il primo ministro, dopo aver fondato un partito politico. Come ha fatto a divenire protagonista del ventennio fascista; quando è partito per Milano, erano già morti anche i suoi genitori, da chi è stato aiutato.

Fino a ventisette anni, è stato un giovane squattrinato; svolgeva dei lavori precari e doveva emigrare in altre città a cercare lavoro. In Romagna non aveva fortuna, aveva pochi soldi, e forse non c’era un motivo per fondare un nuovo partito politico. Il padre di Benito era militante socialista, e lui è stato iscritto a quello socialista, fin da piccolo.

Per approfondire la storia di Benito Mussolini e la parte della sua vita in Romagna, si può leggere il libro di Antonio Spinosa «Mussolini. Il fascino di un dittatore»

La fondazione del partito politico, è stato un evento casuale, ma a Milano esistevano le idee e le condizioni storiche e ambientali, perché ciò potesse accadere e da quando i socialisti lo avevano chiamato a Milano a dirigere l’«Avanti!», la sua vita, e le condizioni sociali, cambiarono profondamente, ma aveva alla base una solida preparazione teorica e pratica, anche se “precaria”.  […]

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Cappelletti romagnoli

I cappelletti, in Romagna, da molto tempo, sono considerati un piatto festivo. La domenica mattina, si cuoce il cappone nel brodo e quando il petto è cotto, si prepara il ripieno, si rosola prima in padella col burro, è condito con sale e pepe e si trita fine. Al petto del cappone tritato, si unisce la ricotta o il formaggio preparato nella cascina del contadino, un uovo per amalgamare gli ingredienti e due cucchiai di “forma” e un pizzico di noce moscata. A chi piace, c’è chi aggiunge anche la buccia di limone grattugiata, ma io non la metto. La “forma“, in Romagna è un altro nome del Parmigiano. Questa è una ricetta che troviamo anche nel famoso libro di cucina di Pellegrino Artusi: “La scienza in cucina e l’arte di Mangiar bene” e corrisponde alla ricetta numero Sette. Nel caso che non c’è il cappone, sono utilizzati altri tipi di carne, di cui la cascina è provvista: quella del tacchino o del maiale. Ai nostri giorni, si prepara il brodo con la gallina, il manzo e altri tipi di carne.  […]

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Inferno, canto XXVII, Guido da Montefeltro

Già era dritta in su la fiamma e queta
per non dir più, e già da noi sen gìa
con la licenza del dolce poeta,

 quando un’altra, che dietro a lei venia,
ne fece volger gli occhi alla sua cima
per un confuso suon che fuor n’uscia.

 Come ‘l bue cicilian che mugghiò prima
col pianto di colui, e ciò fu dritto,
che l’avea temprato con sua lima,

mugghiava con la voce dell’afflitto,
sì che, con tutto che fosse di rame,
pur el parea dal dolor trafitto;

così per non aver via né forame
dal principio nel foco, in suo linguaggio
si convertian le parole grame.

Ma poscia ch’ebber colto lor viaggio
su per la punta, dandole quel guizzo
che dato avea la lingua in lor passaggio,

udimmo dire: « O tu, a cu’ io drizzo
la voce e che parlavi mo lombardo,
dicendo:  “Istra ten va; più non t’adizzo”,

perch’io sia giunto forse alquanto tardo,
non t’incresca restare a parlar meco:
vedi che non incresce a me, e ardo!

Se tu pur mo in questo mondo cieco
caduto se’ di quella dolce terra
latina ond’io mia colpa tutta reco,

dimmi se i Romagnuoli han pace o guerra;
ch’io fui de’ monti là intra Urbino
e ‘l giogo di che Tever si disserra ».

Io era in giuso ancora attento e chino,
quando il mio duca mi tentò di costa,
dicendo:  « Parla tu; questi è latino ».

E io, ch’avea già pronta la risposta,
senza indugio a parlare incominciai:
« O anima che se’ laggiù nascosta,

     Romagna tua non è, e non fu mai,
sanza guerra ne’ cuor de’ suoi tiranni;
ma ‘n palese nessuna or vi lasciai.

                40               Ravenna sta come stata è molt’anni:            (Ravenna)
l’aquila da Polenta la si cova,
                                     sì che Cervia ricuopre co’ suoi vanni.                (Cervia) 

                 43              La terra che fe’ già  la lunga prova                           (Forlì)
e di Franceschi sanguinoso mucchio,
sotto le branche verdi si ritrova.

              46       E ‘l mastin vecchio e ‘l nuovo da Verrucchio,         (Rimini)
che fecer di Montagna il mal governo,
là dove soglion , fan de’ denti succhio.

                 49            Le città di Lamone e di Santerno                 (Faenza e Imola)
conduce il leoncel dal nido bianco,
che muta parte dalla state al verno.

               52                  E quella cui il Savio bagna il fianco,                   (Cesena)
così com’ella sie’ tra ‘l piano o ‘l monte,
tra tirannia si vive e stato franco.

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